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Viva le suore
(Testo
di Stefano Capelli musica di Sergio Scaldati)
Quando bambino andavo all'asilo lei mi accoglieva con un gran sorriso fra le sue braccia forti e materne più che una suora sembrava un gendarme.
Amavo e temevo la sua autorità più che una madre sembrava un papà quando impugnato il suo grosso bastone me le suonava di santaragione.
Ma grazie alle botte ho imparato a trovare dove sta il bene e dove sta il male grazie alle suore ho imparato a memoria tutto in latino il Pater Gloria
E voglio bene alla madre superiora, non perché madre ma in quanto suora sempre velata di bianco e di nero, le voglio bene.. sono sincero
Durante il mattino nel loro convento ci facevan giocare con il cemento nel giro di un anno eravam così bravi che con il cemento ci han dato le travi.
Ridendo e scherzando nel loro cortile a quattro anni con cariola e badile perché non sprecassimo il nostro tempo ci han fatto costruire.. un nuovo convento.
Se qualcuno era stanco di usare le mani allora le suore liberavano i cani non con l'intento di farlo sbranare ma perché riprendesse.. a lavorare
E voglio bene...
Grazie alle suore son cresciuto bene senza i complessi, senza le pene senza nemmeno quel tedio infernale che sempre ti dà l'asilo comunale.
Mi hanno educato in modo esemplare un po' con le botte, un po' con l'altare non si può dire che mi abbian viziato ma per lo meno mi han maturato.
Da allora ogni scelta l'ho ponderata così da ragazzo la grande trovata mi sono iscritto alle scuole private e dalle suore.. son passato al frate
e voglio bene a padre Eligio che mi perdona anche se bigio che mi dimostra cura ed amore per il mio fisico da muratore
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