La vera storia de 'gli Etiopi'

la nuova stagione

Dopo aver discusso diverse ipotesi, ecco Piero, il Pepo. Anche lui ha la provenienza D.O.C. del Parco Nord alle spalle. È stato addirittura nella sezione mia e di Ska, un anno indietro, in classe col Kosta. Ci si conosce da anni ed è legato professionalmente a Ska.

PEPO
 
Piero è un altro personaggio dotato di entusiasmo e humor e si dimostrerà un catalizzatore di energie positive. Al suo arrivo nel gruppo è un po' spaesato: sono anni che non suona in un gruppo. Poi, lentamente, acquisisce la tranquillità necessaria e la padronanza tecnica dello strumento, nonché la cittadinanza etiope, divenendo in breve tempo insostituibile. Nei suoi confronti, soprattutto all'inizio, c'è un'attenzione tutta particolare: non ha grande confidenza col palco e la cagarella delle prime volte fa sì ridere ma anche … tenerezza.

Non passa infatti molto tempo dal suo ingresso nella band che già siamo chiamati ad una piccola tournée: la Heineken intende promuovere il suo marchio attraverso concerti di band giovanili del milanese. Dopo un prima selezione siamo convocati dall'organizzazione e ci vengono comunicate le date. Suoneremo in diversi pub della provincia, all'aperto e al chiuso: sarà una bella palestra per Piero ma anche per tutti noi che da tempo non tornavamo così spesso a suonare dal vivo. Sulla spinta dell'entusiasmo cercheremo, in autunno, di prolungare la tournée nei locali contattati durante la rassegna Heineken. Oltre a questi allargheremo, grazie soprattutto a Claudio, gli orizzonti verso la provincia a Nord: Brianza e Monza in particolare. Qui siamo nati tanti anni prima come Etiopi, ma la capitale brianzola ci ha sempre considerati un frutto del peccato: mai abbiamo avuto occasione di suonare in città. Beh, nel giro di pochi anni recupereremo il tempo perduto: dai circoli ai Pub fino alla piazza dell'Arengario, salotto cittadino, la musica de Gli Etiopi troverà il suo spazio.

È in particolare un pub del centro a volerci ospiti quasi fissi: lo sean o'casey diventerà per un paio di anni il nostro palcoscenico invernale. Al suo fianco, in quel di Villasanta, ecco il DadaPub, il locale che entrerà nel cuore di noi tutti. In virtù della simpatia dei proprietari, in virtù dello spazio (interno ed esterno) e dello spirito libero che vi si respira, le performance del Dada si avvicinano (e in alcuni casi superano, almeno per intensità) quelle del Sorpasso, risalenti ad un tempo ormai lontano. Si potrà suonare per ore, con la gente in piedi sui tavoli che canta e balla. Leggendario sarà il concerto tenutosi in occasione del mio trentesimo compleanno, trasformatosi in grande festa e conclusosi al Pronto Soccorso per una sbronza colossale. Mentre la flebo scorre, metà del pubblico e il gruppo al gran completo stazionano nella sala d'aspetto con panini e birrette nel cuore della notte tra lo stupore e il disappunto degli infermieri … mai stati così vicini ad essere vere Rock star!

Concerti altrettanto divertenti li terremo, nello stesso periodo, al Teatro San Giuseppe di Niguarda, una sera di inverno sotto la neve e a Triuggio, d'estate, ospiti della Festa della Protezione Civile: al nostro arrivo veniamo accolti dal personale di servizio che canta a squarciagola le nostre canzoni; poi, dopo il concerto, questa banda di bevitori professionisti camuffati da bravi volontari, ci ucciderà ingozzandoci di pizze, grigliate, vinello e limoncini fino a tarda notte.

- una ritrovata armonia -

Intanto, con Ska, abbiamo affittato a Sesto un bilocale: la coabitazione, durata quattro anni, frutterà nuovi testi, nuove musiche, nuove idee. Si torna, nonostante l'età, la professione, i mille impegni, a vivere da Etiope!

In questo clima nasce il primo CD degli Etiopi: è il 1996. Ne faremo regalo ad Alessio alla festa del suo compleanno a Parma, in collina, nella sua magione sopra Fornovo. Sarà una festa memorabile perché si raduneranno più di cento persone, tra le quali molti vecchi fans degli Etiopi. Suoneremo e canteremo tutta la notte vicino al falò, tra Lambrusco, Gutturnio, salamelle tardive (nel senso che vengono cotte alle quattro del mattino!), Parmigiano, Marlboro e bombe a mano.

Il CD è la sintesi degli ultimi anni di attività, ma anche l'occasione per registrare i nuovi arrangiamenti di vecchi brani; ecco la scaletta: Miss side away, Cat ‘n' tir, La sera sulle strade, Sonia, Caro papà, Ma cosa hai fatto Laura, Sera di marzo, Attilio, Claudia l'argentina, Lorena, La pizza con l'olio, Far west, Ballata del tempo ritrovato. Miss side away è un pezzo sostanzialmente musicale, composto da Ska, con il quale all'epoca aprivamo i concerti. La sera sulle strade è invece un'invettiva contro quei tutori della pubblica moralità che la sera si nascondono nei luoghi frequentati dalle donnine che battono le strade della provincia Nord per immortalarne in fotografia i clienti e spedire il tutto alle ignare famiglie radunata a casa davanti al TV: "Tu seduto nel furgone / nascosto tra le auto / con l'obiettivo in mano / sorridi divertito / annoti la mia targa / e scatti un altro click … tu mi segui nel parcheggio / lo so che stai cercando / di avere un'altra prova / mi affaccio al finestrino / e te la offro io…[coro] HEY, FOTOGRAFA 'STO CAZZO!". Attilio è invece uno scherzo, un omaggio in puro stile house e techno dance scritto e interpretato da Claudio e dedicato ad un grande amico e fan fedelissimo del gruppo. Ballata del tempo ritrovato (Soli) è invece un brano che stacca dal resto della scaletta, meno scanzonato, più introspettivo. Si parte dalla folgorante bellezza di una non più giovane signora casualmente incontrata in ascensore in un palazzone milanese "Vivi prigioniera dell'età / senza il conforto di un sorriso / nel tuo bilocale al sesto piano / raramente inviti qualche amica / ma i tuoi occhi parlano per te / quando ci incontriamo in ascensore / la tua timidezza vien tradita / dalla voglia che hai di far l'amore … Noi ragazzi ormai lo abbiam capito / e in fondo in fondo ci speriamo / che vincendo un poco la vergogna / tu ci voglia prendere per mano / basterebbe solo una carezza / forse solamente una parola / saliremmo a turno nel tuo mondo / e tu non saresti mai più sola". L'imbarazzante silenzio del breve viaggio è spunto per una serie di piccanti desideri e di amare riflessioni: "Certo è incredibile per te / scoprirci così aridi nel cuore / ma se conoscessi queste nostre vite / rideresti un po' del tuo stupore: Soli, perchè in fondo anche noi restiamo soli / senza capire bene cosa sia, se il gusto di esser liberi o per fantasia … Soli, ti illudi e non sai che anche in coppia non ci bastiamo mai / sarà che noi viviamo l' era del consumo / sarà che prima o poi finisce tutto in fumo / noi restiamo soli".



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