La vera storia de 'gli Etiopi'

1987-1988 concerti e in(de)cisioni

All'affermazione raggiunta con il successo di "Banderia" seguono due anni burrascosi e intensi: le date si susseguono una all'altra, le prove rubano il tempo a tutto il resto. Cresce la popolarità, aumentano i fans, nascono le prime difficoltà. Occorre infatti restare all'altezza delle aspettative: cosa comporre, come presentarsi, quali canali sfruttare? Si fanno avanti improbabili manager, agenti e tutta la feccia di cui era ed è costellato il mondo del rock giovanile. All'interno del gruppo si differenzia la posizione di chi vorrebbe affidarsi ad un esterno per organizzare un'agenda di date e appuntamenti dalla posizione del "nucleo storico" che preferisce autogestire la vita della band. Prevarrà la seconda posizione ...

Gli inviti comunque a presenziare a manifestazioni significative non mancano e vengono raccolti: concerti al Magia, concerti al Teatro Ciak, feste popolari, iniziative finalmente fuori e lontano da Milano. Tutto questo accade perché alcuni dei gruppi partecipanti al Banderia decidono di consorziarsi e di condividere date e informazioni. Si pensa anche a creare una sorta di cartello per tutelare i gruppi dal ricatto dei locali (suonare gratis o per cachet ridicoli). E' così che nelle serate di tarda primavera - inizio estate del 1987 - ci si trova a casa dei selezionatori del Banderia (Fumo e Donda, che peraltro suonano nei Disguido Genetico) con esponenti degli altri gruppi per discutere e organizzare. Ma capita sempre che dopo pochi secondi compaia una chitarra, un po' di vino, uno spinello e alè: ore di jam session. Una sera particolarmente ispirata Alessio, ancora con il braccio ingessato, sale sul tavolo e balla il flamenco coi mocassini mentre tenta di azzannare un wurstel: Iniziamo tutti a tenere il tempo: battiti di mano, accordi di chitarra, urla di olè; si va avanti per un'ora nel delirio più totale. Feste meravigliose, peccato per chi non ha potuto esserci: ragazze stupende con voci stupende. Un'intesa perfetta.

Durante quelle feste si pongono le basi per una piccola tourneè estiva: suoneremo a Lodi Vecchio, Landriano e altri paesi della bassa, durante feste paesane, feste dell'Unità e simili. Sono serate che diventano nottate con mangiate mitiche. A volte ci trattengono il cachet stabilito perché abbiamo esagerato con il cibo o con il bere. Suoniamo dal vivo in media più di una volta alla settimana, tornando a casa alle cinque del mattino, sfatti ma felici. Di quel periodo restano indelebili i ricordi delle belle serate a Vigevano, alla Sforzesca, al chiuso o all'aperto, ospiti dei "Chemako", Bruno e Gerardo, che con affetto ci invitano più volte a suonare in quell'oasi in mezzo alla campagna, piena si di zanzare ma anche di birra, buon vino e di ragazze (belle e meno belle..). Capiterà persino di suonare nel cortile del castello di Vigevano in una torrida serata d'estate: insieme agli Etiopi salgono sul palco "Vito e i suoi cani", un gruppo di fuori di testa locali veramente punk, poi i "Chemako". È indimenticabile la faccia del Kosta, tutto preso in un a solo, mentre cerca di resistere al morso delle mille zanzare che gli ronzano attorno, grazie anche all'impianto luci davvero notevole.

Appena finita l'estate si torna in studio, e ciò in più occasioni: si tratta di registrazioni che serviranno da demo-tape e che contengono i pezzi proposti a Banderia oltre ad altri già noti. Vi sono però alcune novità come "Cinema", "Di mano no!", "Tu ti buchi (buchi - buchi)", le ultime due registrate con Angela e Laura, due fans - coriste, al "Peter Hammil's Studio". Sono canzoncine allegre, spiritose, che però lasceranno traccia di sè solo nelle registrazioni in studio. Solo "Cinema" avrà la fortuna di essere presentata dal vivo in alcune occasioni: si tratta di un motivetto  stile anni '20 dedicato alla passione per il cinema porno coltivata dal gruppo; c'è un bel pianoforte in evidenza e simpatici coretti ben studiati.

L'appuntamento più interessante è comunque quello con la festa del Carnevale '88, organizzata dal Comune di Milano in Piazza Castello.

Piazza Castello, Carnevale 1988


Ci viene proposto di aprire la rassegna dei gruppi: fa un freddo cane e siamo vestiti come se stessimo per partire per la montagna. Per la prima volta, davanti ad una folla oceanica e calcando un palco immenso, scorgiamo striscioni e (addirittura!!) sciarpe con il nome di Lorena, Sonia, Skazzo Blues. Alcuni fans sono giunti da Pescara apposta per il concerto: commossi, ancora oggi ringraziamo ...    Il concerto è stato organizzato con la collaborazione di Franz Di Cioccio, mitico batterista - cantante della PFM. Il buon Franz per un breve periodo seguirà Gli Etiopi, ma il feeling non sarà mai dei migliori. 

una panoramica del palco Gianluca al microfono il Kappe sornione

Tra il 1987 e il 1988 entra a far parte degli Etiopi un nuovo chitarrista che si affianca a Ska.

LELLO
Si tratta di Marcello, anch'egli bressese, metallaro dal cuore d'oro. Con lui Gli Etiopi renderanno il proprio sound più duro e graffiante, scendendo a volte a compromessi difficili. Il rapporto con il nuovo chitarrista, che durerà per più di tre anni, è un rapporto di stima reciproca e simpatia: tuttavia si avverte un certo distacco sin dall'inizio della collaborazione.

E' un distacco che si avverte nel gruppo anche tra i componenti storici e quelli che si sono aggiunti nell'arco degli anni: si inizia a discutere se sia meglio privilegiare l'aspetto musicale o quello cabarettistico e le scelte finali, di compromesso, non sempre accontentano tutti. Il rischio è quello di chiudere un'esperienza così positiva proprio nel momento in cui tutto sembra volgere verso il consolidamento del successo. Le tensioni quindi cresceranno nell'arco di due - tre anni fino a portare ad uno stravolgimento del gruppo nel suo organico: il nuovo assetto, che diverrà definitivo tra il 1990 e il 1991 vedrà un nuovo bassista e un nuovo chitarrista al posto di Marcello e l'allontanamento di Mario. Ma di questo parleremo più avanti.

Intanto, tra alti e bassi, si prosegue: in questo periodo nascono alcune canzoni destinate comunque a rimanere per lungo tempo nella storia del gruppo: prima tra tutte "Sera di Marzo", ancora oggi gettonatissima: si tratta nientemeno che del resoconto (romanzato) di una serata all'Etiope. Milano, la pioggia, l'Alfasud del Bucc, il puttan tour, la birra, le donne e ... l'attacco fulminante di diarrea! Il pezzo, uno swing, nel corso degli anni verrà più volte riarrangiato ma resterà sempre una delle canzoni - simbolo del gruppo. Altro pezzo notevole è "Femore": non esiste un vero e proprio testo: ci affidiamo ad un canovaccio che di volta in volta tende a cambiare e ad adattarsi al pubblico. La vicenda è quella di un povero innamorato, tradito e picchiato dalla sua bella. Unico tormentone costante è il ritornello "Tu mi hai spezzato il femore nel senso della gamba ...", urlato alla Mino Reitano, cui l'intero brano viene esplicitamente dedicato ad ogni rappresentazione dal vivo. Alessio propone invece il suo "manifesto - pensiero" in "Son contrario", un pezzo ispirato al demeziale degli Skiantos con un bell'inciso ("...ora il mondo vedo al contrario / vedo per terra il lampadario / forse perchè ... / sono fuori di me ...").

Il Bucc non è da meno: preso dall'estasi compositiva e dall'amore per la musica da balera, aggiunge ai Tanghi degli Etiopi una "Mazzurka" demenziale. Il ritornello ("Son finiti i bei tempi passati / del granturco e dei pomi dorati..") accompagnerà le nostre serate in birreria e le sbronze collettive: da allora ad oggi!!! 

"Son finiti i bei tempi passati / del granturco e dei pomi dorati.."

Intanto si susseguono le date al Magia: nel gennaio 1988 siamo invitati alla registrazione per la RAI di un programma girato all'interno del locale, dedicato al Rock Giovanile nelle metropoli italiane. Proponiamo "Sera di Marzo" e "Safari metropolitano". I tecnici e il conduttore sono entusiasti (molto meno mamma RAI che non manderà mai in onda la trasmissione..): soprattutto colpisce la crudezza di Safari e la breve intervista che ne segue si incentrerà tutta sul pezzo. Ci chiedono se ci sentiamo rappresentativi della realtà della periferia, se quell'angoscia che si legge nel brano è davvero nostra, se siamo o siamo stati dei tossici…

Il feeling col Magia inizia nel frattempo ad incrinarsi: allora come oggi, infatti, i proprietari dei locali hanno la strana convinzione che le rock band, data la grande passione che mettono sul palco, suonino gratis; anche quando la consumazione (e siamo nel 1987 ...) costa non meno di 15.000 lire!! E' allora che iniziamo a cercare altri spazi, se non altro per non perdere il pubblico più caro, spaventato dai costi elevati praticati nei locali notturni milanesi.

Nel febbraio dello stesso anno però ritroviamo l'ex gestore del Magia, Olmi. Il tipo, un gran sacramento, influenzerà gli anni a venire del gruppo: attorno al locale che aprirà di lì a poco, "Il Sorpasso", creerà un consorzio di band giovanili (partendo da quelle aggregatesi già dopo il Banderia dell'anno precedente) e una filosofia nuova. Ingaggi finalmente decenti, ottima strumentazione sul palco, ottimi tecnici del suono, prezzi decenti per il pubblico. Il Sorpasso sarà tra la fine degli ottanta e i primi novanta, il più bel locale milanese per spettacoli live. E Gli Etiopi vi saranno a lungo di casa ...

Anche i teatri di Milano iniziano ad ospitare il gruppo. Incredibile sarà il concerto al Teatro Litta: all'interno di una rassegna dedicata al teatro d'avanguardia e ai nuovi suoni, ecco GLI ETIOPI! e il loro connubio tra Rock e improvvisazione cabarettistica. Prima del concerto sale sul palco il Romiti, uomo della crew del gruppo. Con tamburello alla mano, strisciando rumorosamente i piedi per terra, proporrà un delirante (e improponibile) personalissimo repertorio di canzoni folk. L'allibito pubblico rumoreggia, ma imperterrito il Romiti prosegue: o noi o loro! E molti abbandonano la sala …

il palco il Bucc Ska e Mario

Ska intanto regala al gruppo un nuovo pezzaccio rock: "Faccia da pazzo", e non poteva essere altrimenti ...

GLI ETIOPI: gente tosta per un pubblico tosto

Nell'occasione dell'anniversario del Banderia, suoniamo al Teatro Ciak: sul palco, ospiti d'onore, ci sono anche i Timoria, Fabio Treves e altri. Un buon successo. Ma il momento topico dell'estate 1988 è il concerto - concorso organizzato a Sesto San Giovanni in occasione della Festa dell'Unità: chi vince ottiene un bonus per la registrazione in sala prove (professionale) di una demo. Pochi giorni prima del concorso, in occasione del tradizionale concerto del Parco Nord, che segna la fine dell'anno scolastico e vede la band invitata come special guest, il Bucc manda gentilmente a fare in culo Zucca, il bassista. Il dissidio è maturato lungo tutto l'anno e non c'è rimedio. Così si deve trovare un nuovo bassista, almeno per il concorso. E la provvidenza corre in nostro aiuto: arriva Cavotta, IL bassista, un grande. Suona senza neanche una prova la sera stessa del concorso, con Ska che gli urla gli accordi dall'altra parte del palco. On stage c'è pure Alberto, ex chitarrista dei FEVER, che sostituisce un indisponibile Marcello. Ragazzi, che coraggio!! E alla fine, addirittura, vinceremo. Tra le polemiche; le altre band in concorso non ci tollerano: forse suonano meglio, forse hanno una strumentazione migliore, ore di prove alle spalle, aspettative diverse. Sta di fatto che vedersi portar via il primo posto da un'accozzaglia di cialtroni irrispettosi da un fastidio boia. Alcuni mesi dopo, peraltro, una sera in birreria ci capita di parlare con alcuni ragazzi che non si ricordano delle nostre facce, e discutendo di musica ci raccontano di un gruppo di bastardi sestesi, immanicati con l'organizzazione di tutti i festival giovanili, che vincono i concorsi per chissà quali agganci. Volano schiaffoni a destra e a manca: anche così si è o si diventa etiopi.

Non è peraltro la prima né l'ultima occasione durante la quale rispolvereremo il nostro pedigree di ragazzi di strada: gira la voce, proprio in quei giorni, che un certo Pippo Eritrea – un nome pensato proprio per prenderci per il culo – stia presentando alle radio locali un singolo che altro non è che "La signora", riarrangiata. Lo stronzo non fa alcun cenno a Gli Etiopi, anzi: si attribuisce la paternità del pezzo. E' una sera verso le 22.00, quando ottenuta la prova certa dell'esistenza del buffone, grazie ad una registrazione radiofonica, partiamo alla caccia: riempiamo due macchine cariche di gente male intenzionata e gireremo, purtroppo a vuoto, gli studi delle radio della provincia dove c'è giunta voce che Pippo abbia fatto delle comparsate. Vola qualche insulto con i Dj ma niente, nessuno si sbottona. Il risultato ottenuto è che qualcuno deve aver messo in campana l'idiota: infatti del "fenomeno" non avremo mai più notizia.

Ma con le radio manteniamo comunque un buon rapporto: c'è qualcuno che ci ospita a Radio Popolare in diverse occasioni, ma il feeling non è buonissimo (temo ci abbiano sempre reputati un gruppo di destra o qualunquista: d'altro canto se la tua comicità non prende per il culo i politici del momento o non è ritagliata sui sacri dogmi dell'ortodossia marxista, beh, non ci sperare nemmeno: niente Leonka, niente Radio Pop, solo Festival de L'Unità… dove peraltro ci esibiamo più volte in mezzo a tanta gente).

Destra o sinistra? Sinistra o destra?
Nel gruppo coesistono amabilmente due anime...

Siamo invece ospiti in più occasioni di Radio Reporter, negli studi di Rho: un Dj della radio ci segue spesso, anzi spessissimo. Un tipo molto cordiale e divertito: ama in particolare il nostro pezzo reggae, Lavoro Nero, hit del momento che fa il verso alla pubblicità televisiva dei Contratti di Formazione Lavoro e del Totip.

Alla fine dell'estate anche Mario, dopo Zucca, se ne va: è una serata triste nella storia del gruppo. Si accavallano due date: la seconda serata degli Etiopi al festival de L'Unità della Martesana, dietro V.le Monza, e le selezioni per la nuova rassegna giovanile del Banderia, alla quale si sono iscritti i Totem. Metà del gruppo, quella che suona appunto con il gruppo bressese, non si presenta sul palco e i superstiti fanno una figura di merda con il pubblico accorso per vedere Gli Etiopi. Quando verso le 23.30 i "Totemiani" raggiungono il Festival della Martesana, si assiste ad un durissimo scambio di battute, all'esito del quale ci si impone una pausa di riflessione. Mario farà il bel gesto di … rassegnare le dimissioni: ma i destini suo e del gruppo sono destinati a incrociarsi nuovamente, qualche anno più tardi.

Qualcosa comunque sta cambiando, c'è aria di nuovo: Cavotta è in cuor suo un inconsapevole Etiope e non solo un ottimo musicista; l'intesa si coglie al volo. Siamo quindi pronti per una nuova avventura.



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