Il nuovo anno inizia sotto buoni auspici: è il cosiddetto anno della "matura", il Bucc è a naja, Alessio cerca lavoro.. eppure c'è tempo per suonare e scrivere. E quando il tempo non c'è.. beh, lo si trova lo stesso: non si studia, non si lavora, si diserta. La prima cassetta del gruppo inizia a girare per la scuola, e persino le voci iniziano a girare: si dice che c'è un gruppo demenziale nel Nord di Milano composto da gente fuori di testa, pronta a tutto se si tratta di suonare: incredibile ma vero, passiamo anche per un gruppo bastardo, con la giusta dose di violenza e sesso che piace alla gentaglia della banlieu. Iniziamo così a comporre brani sempre più in quella direzione. E' una delle fredde serate di gennaio, prima di cena: Alessio passa a trovarmi per scambiare quattro parole e fumare una sigaretta, quand'ecco: il miracolo si compie. "Pensavo di fare un pezzo nuovo" "...su cosa?" "Mah.. una storia che parli di sesso, violenza, vomito, schifo etc.. ma non qualcosa tipo metallaro o giù di lì.. qualcosa più da cantautore.." "Una specie di ballata tipo 'Lorena'?" "Si, più o meno.. un po'' più dura.." "Sesso e violenza? Uhm.. fammi pensare.."
Nasce
così "La
Signora",
una ballad, intensa, recitata, molto teatrale. Il tema conduttore, quello
della terza età, è affrontato con piglio dissacratore:
si parla della solitudine, della consapevolezza della fine e quindi
del riscatto, del canto del cigno ("a quel punto la signora
/ si alzò con uno scatto / e con la secca mano / gli strinse
forte il cazzo … fu così che tornò in vita / quella carne
rattrappita / e sul suo sfatto viso / ritornò quel bel sorriso
/ che donava ai suoi clienti / quando di anni ne aveva venti").
La tragedia finale incombe. ineluttabile la morte.
UNA SIMPATICA SIGNORA |
Gli autori si godono ancora oggi le royalties... |
Con "Lorena",
La signora rappresenta uno stile di ballad cui nel futuro spesso
ricorreremo: sono canzoni orecchiabili, con un crescendo centrale e
un diminuendo finale. La canzone, o meglio, entrambe le canzoni diventeranno
presto autentici cavalli di battaglia del gruppo, chiamato (ancora oggi!)
a riproporle ogni volta dal vivo. Di fatto sono canzonature dei cantautori
dell'epoca, di quelle menosissime e lunghissime canzoni che parlano
di sfighe senza fine per stimolare il senso di pietà e commozione.
"..ma il giorno di festa i suoi genitori le regalarono due occhi di vetro..." |
Soprattutto "La
signora", per il suo contenuto molto esplicito, sarà
fonte di ogni guaio per GLI ETIOPI: alla fama che consentirà
di guadagnare, performance dopo performance, seguirà ben presto
l'ostracismo da parte dei locali benpensanti, del circuito oratoriale
(!), delle amministrazioni comunali, del Leonkavallo (!!). Giungeranno
addirittura alcune denunce all'autorità giudiziaria: nel corso
di un concerto a Sesto San Giovanni interverranno persino i Vigili Urbani
per cercare di impedire la prosecuzione dello spettacolo...
Siamo ormai in primavera,
è l'ultimo anno di liceo: si avvicina il periodo delle gite scolastiche
e con Ska affrontiamo un'importante gita a Vienna: è l'occasione,
chitarra alla mano, di esibirci per intere nottate in camere di albergo
e birrerie. Ma ciò che più conta è che sapremo
trarre spunto dalla dura e cruda realtà toccata con mano per
comporre un instant song di grande successo! Durante la gita, infatti,
Ska diventa maggiorenne e con gli amici si decide di festeggiare l'evento
regalandogli una donna: ovviamente DI GOMMA!! La procuriamo in
un Sexy shop della capitale austriaca, appena sotto l'albergo; sarà
nostra compagna per lungo tempo: debitamente abbigliata la faremo volare
giù da finestre, scale, macchine in corsa nel panico generale.
La impiccheremo nei corridoi dell'albergo e poi in quelli della scuola.
Finirà, come tutte le più belle cose, sgonfia,
bucata, appesa ad una cancellata dopo l'allarme lanciato dai vicini
di casa all'ambulanza e alle forze dell'ordine di Bresso (!) "…
perché c'è una signorina che da circa un quarto d'ora
è immobile, aggrappata al cancello dopo che dei ragazzi l'hanno
picchiata violentemente…"
LA BAMBOLA DI GOMMA |
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Torniamo però alla notte
di passione Viennese... dopo una bevuta memorabile torniamo all'albergo,
e qui che succede? Persi nei fumi dell'alcool ci giochiamo a dadi la
prima notte con la bambola. Ska non ci sta: rivendica il suo diritto
"la bambola è mia - dice - e voglio essere io il
suo primo uomo" "NO – gli rispondiamo in coro - anche
se tu volessi sei troppo ciucco, non sapresti soddisfarla.." Finche
un amico, più deciso degli altri, si fa avanti e pronuncia perentoriamente
la frase "lasciatemi solo con lei" "Prego.." ed eccolo
sparire dietro la porta dell'albergo e .... rispuntare poco dopo in
cerca di lubrificanti! PRONTI, con Ska e Antonio (primo
manager del gruppo) barattiamo un tubetto di GOMMINA (altro che vaselina...)
con un posto in prima fila per assistere alla prima notte d'amore della
bambola! Affare fatto! Ma il prepotente amante non sa e non crede che
di lì a poco tutta Vienna, tutta l'Austria, l'Italia, l'Europa
sapranno delle sue gesta.. da subito, come cantastorie del XX secolo,
inizieremo a narrare le gesta notturne del signorotto locale iniziando
dalle bettole dei sobborghi sino alle grandi piazze di paese: Bresso,
Milano, Sesto, Monza non parleranno d'altro per mesi e mesi.
udite udite, siori e siore, qualcuno trombò la bambola di gomma |
Dopo la sbornia della gita scolastica, tornati in Italia, siamo chiamati al primo serio impegno Live in un locale prestigioso come il Magia Music Meeting, che negli anni '80 a Milano è punto di incontro e di riferimento per chi suona Rock, funky, fusion, etc.. C'è molta tensione, l'occasione è ghiotta, ma già da subito iniziano i problemi: le corde della chitarra si rompono con la cadenza puntuale di una ogni due pezzi, il basso continua a scordarsi, io dimentico le parole, la corrente elettrica salta almeno un paio di volte. Non c'è che dire. Ciononostante il gruppo tiene: nei passaggi più cabarettistici il pubblico applaude e sorride, ed è un pubblico adulto, più difficile di quello consueto dei compagni di scuola o di quartiere. Alla fine del concerto anche il patron del locale, un certo Olmi che ritroveremo più avanti, viene a complimentarsi: "La grinta c'è, però manca qualcosa dal punto tecnico: vi occorrerebbe un tastierista, per esempio...". Occorrerebbero anche i soldi per pagarsi la benzina e magari la tastiera ma...ancora non si vede una lira "Cazzo!! Avete suonato al Magia, non vi basta? E' un buon trampolino.." "Si, per un tuffo in un mare di merda..."
Già, un tastierista... ma dove andare a pescarlo? Il Parco Nord è un buon serbatoio di musicisti, ma a GLI ETIOPI occorre qualcosa di più di un buon esecutore, occorre un etiope!!! Un buon tastierista demenziale...ci sarebbe il Kosta, che però è un pianista e non ha la tastiera.. però è demenziale e soprattutto è amico da tempo..
E così, nell'Aprile
1986, fa il suo ingresso trionfale ne GLI ETIOPI il Kosta,
compagno di scuola e di marachelle notturne: vinte le prime titubanze
abbandona il pianoforte e gli studi classici per dedicarsi al Rock demenziale
e ai suoi suoni più assurdi. Non ci sono soldi per una tastiera
nuova, nè per una usata: la poca lira servirà per affittare
la sala prove tra un mesetto. E allora si scrocca agli amici più
grandi, primo quel Mizar che ha permesso che conoscessimo il Bucc: "Ti
serve la tastiera? Me la presti un.. pomeriggio?" Un pomeriggio
che diventerà un mese, il mese nel quale, nella cameretta di
Ska, Kosta apprenderà tutto quello che gli mancava per essere
IL tastierista degli Etiopi: si fermerà col gruppo per oltre
10 anni.
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dieci anni di rock dieci anni da etiope dieci anni di demenza |
Il Kosta non porta solo musica e swing, porta uno humor tragicomico impagabile: ispirerà canzoni, gag e più in generale la filosofia del gruppo per lungo tempo.
Ora non manca più nulla, si può tornare in sala: nel frattempo sia io che Alessio abbiamo scritto qualche pezzo nuovo...
Entriamo così in sala di registrazione, al Gamma Studio di via Tartini in Milano: Samba do Cagao; Tegucipalpa; Zombies; Lorena; Bambini bastardi; Fame; Amore Obeso; Guttalax; Sotto il ponte di baracca; Cappuccetto Rosso; La signora; Skazzo Blues; Terrun; Cattivo; Ti squarto la vulva; Inam; Io sono un etiope; Bambola di Gomma; Fumo libero; Abbiate Pietà. La formazione ora comprende Kappe: voce e chitarra acustica; Ska: chitarra leader; Bucc: batteria; Mario: chitarra ritmica e voce; Zucca: basso; Kosta: tastiere; Abramo: versi e cori; Grande Ferox: cori e voce in Cattivo; Antonio: cori
Ai pezzi già noti se ne aggiungono alcuni nuovi che rivestiranno grande importanza nell'evoluzione, non solo musicale ma anche scenica, del gruppo. "Samba do Cagao" è la sambetta che apre l'album; si tratta di uno scherzoso duetto pieno di imbarazzanti incomprensioni tra me e Ska che ancora oggi, con un rinnovato arrangiamento, utilizziamo come intermezzo nelle esibizioni dal vivo. "Tegucipalpa" è uno dei tanti sogni di "evasione" dalla realtà: il desiderio di raggiungere spiagge lontane, tropicali; di incontrare simpatiche e disponibili signorine; di lasciarsi andare completamente.. "Bambini bastardi" è lo sfogo necessario, sentito, vissuto nei confronti dei figli di papà e mammà, dei signorini viziati conosciuti sui banchi di scuola e nei cortili; è un inno, un punk aggressivo e iconoclasta, quasi come "Ti squarto la vulva", una liberazione e uno sfogo dei più repressi desideri sessuali dei frustratissimi Etiopi. "Cattivo" è opera di Alessio, nell'occasione più che mai Grande Ferox: indimenticabile la sua vocina acuta, il testo demenziale, l'atmosfera surreale che riesce ancora oggi ad evocare. "Io sono un etiope" è un tributo alla scuola demenziale di Bologna e fa il verso al testo di "Io sono uno Skianto", anche se la musica tende qui più allo Spiritual che al Blues elettrico. "Abbiate pietà" è invece il pezzo pensato per la chiusura degli spettacoli dal vivo: dopo la prima esibizione al "Magia", avevamo pensato ad una formula musicata di generiche scuse al pubblico: "Chiediamo scusa se la chitarra non suona, se l'ampli del basso non funziona...". "Sotto il ponte di Baracca" recupera e supera l'antica filastrocca infantile aggiungendovi connotazioni geografiche padane. "Fumo libero", infine, accenna per la prima volta esplicitamente al problema della liberalizzazione delle droghe leggere: diventerà presto lo slogan e l'inno delle tante compagnie che affollano i giardinetti della banlieu milanese. La cassetta registrata al Gamma avrà infatti un'insperata fortuna e, per alcune circostanze incidentali di cui subito parleremo, sarà lo strumento di promozione del nome del gruppo ben oltre i confini cittadini e provinciali.
In una session pomeridiana a casa mia, mentre si duplicano le cassette per gli amici, qualcuno imbraccia la chitarra e intona uno stornello dissacrante: si parla del Papa, dei misteri della fede, si recitano filastrocche davvero poco ortodosse: vuoi il vinello che scorre a fiumi, lo stress da maturità, il caldo che inizia a farsi sentire, subito dieci voci si uniscono e all'unisono, lì per lì, nasce e si sviluppa una tiritera allucinante. Qualcuno intanto ha azionato il microfono del registratore e...il gioco è presto fatto. Una delle cassette preparate per gli amici avrà in coda il finale infarcito di bestemmie che tanto farà la fortuna degli etiopi: non un'operazione di marketing, come sostenuto da alcuni con certa malizia, ma una semplice e banale coincidenza sono alla base del successo del gruppo. La cassetta infatti girerà in breve tempo le scuole di Milano, della provincia, della regione e via, fino al sud Italia dopo che per tutta l'estate, fanatici cultori del demenziale avranno tempestato amici e amiche sulle spiagge, nei campeggi, sulle Alpi con le nostre canzoni. Qualcuno afferma che persino all'estero, durante le vacanze-studio, molti ragazzi abbiano cantato e suonato "La signora", "Cattivo", "Lorena"; esiste la prova che a Londra, in una serata di luglio, in Piccadilly Circus, un gruppo (numeroso) di italiani ha cantato Cappuccetto Rosso!!
La prova della raggiunta
popolarità la otteniamo comunque pochi giorni prima della matura:
è il concerto di fine anno nell'auditorium del parco Nord.
Il salone è affollato, ci sono ca. 1000 persone accalcate in
ogni ordine di posti. All'annuncio che stanno per salire sul palco GLI
ETIOPI si ode un boato. E' il successo: già molti spettatori
intonano i pezzi, alcune canzoni sono addirittura cantate all'unisono
da tutto il pubblico. Poi tre momenti indimenticabili nella vita del
gruppo: calano le luci e sul palco sale Alessio. L'auditorium si zittisce.
Il Ferox saluta con voce ferma, centrato dal fascio di luce dell'occhio
di bue: "Pensavo di dedicarvi alcuni versi che inventerò al
momento, una poesia...'Piove'..
PIOVE |
"...e
piove, piove sulle osterie marine e piove a goccioloni, piove e più non smette piove merda su di noi..." |
Il
pubblico attende quasi un minuto in silenzio, poi esplode in un'ovazione:
è un tributo al genio del Ferox che commosso intona "Cattivo"
e poi saluta. Quindi è il mio turno: tra il pubblico c'è
la ex che mi ha lasciato solo pochi giorni prima: "ho una canzone per
lei.. la eseguirò da solo con la chitarra acustica perché
è una sorpresa anche per il gruppo" - e intono "Paranoia"("ma
che noia disumana / ma che vita grama / ci vorrebbe una puttana / ci
vorrebbe un po' di fumo / per star fuori un paio d'ore / far la vita
del signore / ah ah.."): seguono lacrime e odio... Infine la sorpresona:
dall'alto, legata ad una fune, viene calata la "bambola
di gomma": il pubblico a questo punto esplode, si alza
in piedi canta tutta la canzone e acclama Ska per il suo ultimo assolo
da liceale. Poi cala il sipario: si deve studiare...ma da domani. Già
perché 'stasera ci si gode il successo, una festiciola a casa
di Alessio, alcune ragazze reduci dallo spettacolo, un piccolo trionfo
per tutti. Anche per me che metto da parte la mia 'paranoia' per corteggiare
tutta notte l'amica della fidanzata del Kosta..
"...e se penso che volevo una vita avventurosa.... questo non mi va giù..." |
Il dado è tratto: la scuola è finita, l'Università è solo un problema del domani (del dopodomani...), ora c'è tempo da dedicare alla musica, alle donne, agli scherzi... Alle porte c'è il 1987.
una scelta coraggiosa
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